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Nose-to-Brain Delivery of Biopharmaceutics for the therapy of central nervous system diseases: A design-based approach for efficient drug delivery systems

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Somministrazione intranasale di farmaci al sistema nervoso centrale

La somministrazione intranasale si sta rivelando una via non invasiva ed efficace per il trattamento delle malattie neurologiche con minori effetti collaterali.

Milioni di europei sono affetti dai disturbi neurologici, quali la sclerosi multipla, che rappresentano un onere crescente per i sistemi sanitari. Uno dei principali ostacoli al trattamento di queste patologie è la barriera emato-encefalica, una membrana altamente selettiva che protegge il cervello ma blocca anche il passaggio di molti farmaci. I metodi tradizionali di somministrazione dei farmaci spesso non riescono a distribuire gli agenti terapeutici nel sistema nervoso centrale (SNC) in concentrazioni efficaci. Di conseguenza, vi è una necessità urgente di strategie di somministrazione innovative che possano aggirare in modo sicuro ed efficiente questa barriera per migliorare l’assistenza ai pazienti.

Innovazioni biocompatibili per la somministrazione di farmaci nel sistema nervoso centrale

Realizzato con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie(si apre in una nuova finestra), il progetto Bio2Brain(si apre in una nuova finestra) ha aperto nuove frontiere in questo campo facendo progredire la somministrazione intranasale di biofarmaci direttamente al sistema nervoso centrale. Questa rete di formazione innovativa ha riunito 17 partner accademici e industriali di tutta Europa per sviluppare sistemi di somministrazione controllata di farmaci sostenibili e biocompatibili e per formare la prossima generazione di ricercatori interdisciplinari. Il centro del successo di Bio2Brain è lo sviluppo di una nuova strategia da naso a cervello(si apre in una nuova finestra). Questo approccio utilizza idrogel biocompatibili, nanogel e particelle funzionali caricate con farmaci, appositamente progettati per trasportare molecole terapeutiche direttamente dalla cavità nasale al cervello. «Il nostro obiettivo era quello di ripensare il nostro approccio alla somministrazione di farmaci al SNC. Con la piattaforma Nose-to-Brain (N2B), stiamo esaminando l’utilizzo di trattamenti non invasivi in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie neurologiche», spiega la coordinatrice del progetto Carmen Gruber-Traub. Il team ha anche studiato approfonditamente il modo in cui gli anticorpi monoclonali interagiscono con la mucosa nasale e come possono essere ingegnerizzati per renderne più efficace e sicura la somministrazione nel sistema nervoso centrale. Insieme a simulazioni numeriche e modellizzazioni avanzate, questi approfondimenti hanno contribuito a ottimizzare il comportamento del farmaco nell’interfaccia mucosale.

Formare gli scienziati di domani

Un pilastro importante del progetto Bio2Brain è stato investire in formazione di ricercatori nella fase iniziale della carriera. Il consorzio ha elaborato un programma di formazione interdisciplinare che combina la ricerca accademica con una vera e propria esperienza industriale. Ciascun ricercatore in fase iniziale di carriera ha svolto un periodo di distaccamento presso alcuni partner industriali, venendo direttamente a contatto con la ricerca traslazionale e con l’impegnativo passaggio dal banco del laboratorio al letto del malato. «Il nostro programma di formazione è andato oltre la preparazione accademica convenzionale, grazie alla preziosa esperienza industriale acquisita dai ricercatori partecipanti, che fungerà loro da guida verso le innovazioni mediche future», sottolinea Gruber-Traub.

Un futuro migliore per i pazienti

Migliorando l’efficienza e la sicurezza della somministrazione intranasale di biofarmaci, Bio2Brain potrebbe trasformare le modalità di trattamento delle malattie neurologiche. Questo approccio può migliorare la somministrazione mirata dei farmaci, causare meno effetti collaterali e, in ultima analisi, produrre esiti migliori per i pazienti. Tuttavia, l’impiego in ambito clinico richiede ancora un complesso processo multifase che prevede studi preclinici, sperimentazioni cliniche e autorizzazioni normative. La maggior parte dei partner accademici e industriali porterà avanti progetti di follow-up volti a tradurre in ambito clinico le innovazioni di Bio2Brain. I ricercatori in fase iniziale di carriera formati nell’ambito del progetto dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale in questi sviluppi futuri, contribuendo con le loro conoscenze alle sperimentazioni cliniche e allo sviluppo dei prodotti. Secondo Gruber-Traub: «Il vero lascito di Bio2Brain sarà visibile negli anni a venire. Abbiamo costruito una piattaforma, formato un team e gettato le basi scientifiche. Ora, il prossimo capitolo inizia rendendo disponibili queste tecnologie ai pazienti che ne hanno più bisogno.»

Parole chiave

Bio2Brain, malattia neurologica, SNC, somministrazione di farmaci, idrogel, anticorpi monoclonali

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